mercoledì 8 febbraio 2012

IN GIRO PER LO..... ZEN



Palermo Macondo Macondo Zen. L'autobus 619 ti lascia davanti alla parrocchia. Ci trovi davanti duecentocinquanta ragazzini felici di girare per il quartiere, anche perchè non faranno lezione per tre ore.
La manifestazione è una specie di scarozzata, un camel trophi tra le strade più malandate dello Zen.
Non perchè in questo quartiere di ventimila abitanti non ci siano strade pulite, ma perchè loro, insieme ai loro insegnanti hanno deciso di non scordarsi delle strade sporche, di quelle dimenticate, quelle dove i palazzi e gli appartamenti sono stati occupati da poco.
I ragazzi dello Zen: tutti diversi tra loro, brillanti o imbranati, simpatici o introversi, timidi, biondi, scuri, rossi, alti, bassi, con le Lumberjack, senza le LumberJack, con i Levis, con i capelli a spazzola, perchè fanno presa tra le ragazze e ci sono due tipetti da pubblicità, che stanno organizzando un piano per farsi le tipe che stanno a guardarli con la coda degli occhi; e avrebbero già rallentato il passo se non ci fossero state le professoresse.
Che musica ascoltano e quali sono i fumetti che piacciono ai ragazzini dello Zen? Via col sondaggio. I ragazzi dello Zen con cui ho parlato, nella loro scuola media, amano i Take Thate, Fiorello, Nino D'Angelo, i fumetti "L'uomo Ragno " e "Topolino ", e Sentieri, una soap opera americana, che racconta la vita cittadina di una provincia americana. Non esiste un dialetto tipico dello Zen ne una forte identità di appartenenza. E' un quartiere dove la gente è arrivata negli ultimi vent'anni, da tutte le parti di Palermo. Anche per questo un ragazzo su cinque parla in italiano corretto. perchè non tutti vengono da altre periferie. E questo mi fa capire le dinanime di esclusione dei gruppi umani dalle grandi città... il ragazzino di citta che diventa improvvisamente cittadino della periferia, cittadino dei grandi spazi, cittadino dello Zen ad esempio, o del niente o della solitudine o del disagio.
I caseggiati sono lati, fino a dieci piani, di costruzione recente, spesso identiti tra loro. Le strade sono larghe. Esattamente come in altre periferire italiane, da Torino a Firenze, da Napoli a Catania.
Poi guardi con più attenzione le insule, che sono questi grossi palazzi che girano formando una circonferenza, con un cortile interno vuoto di verde, e te li immagini ad uno ad uno, con le famiglie che ci stanno dentro.
Ognuna con la sua storia, i suoi problemi, la sua solitudine e il suo senso di essere tagliata fuori da questa grande città del sud che è Palermo. T'immagini i ragazzi che dormono in queste case, le ragazze che non escono dal quartiere perchè la città è lontana.
Questa mattina allo Zen Due c'è molto caldo. Ti chiedi come sarà mai l'estate qui. In un quartiere dove la gente che è arrivata, in questi ultimi anni, ha occupato intere insule senza alcuna abitabilità, senza contratti di luce e acqua, ristrutturando completamente palazzi e appartamenti.

I ragazzi dello Zen e Giovanni Falcone. Li osservi mentre si affollano davanti a una scuola materna, che ormai è ridotta a discarica del quartiere. Era la scuola materna di Zen Uno, mai finita di costruire. La loro manifestazione antimafia l'hanno finita proprio qui.

Sono rimasti un'ora, lasciando duecentocinquanta lettere e foglietti appesi lungo la cancellata e il portone. Lettere a Falcone e lettere ai mafiosi, e poesie, e disegni, e cartelloni. Li leggi per capire dove sono andati a finire i volontari, dov'è finita la società civile in questa città.
-Caro Falcone, ciao dalla rivale dei mafiosi.-Mi piacerebbe vedere le strade del mio quartiere piene di fiori. -Io vorrei che la mafia finisse e che i bidelli pulissero la scuola.-Caro Falcone hai lavorato per tutti noi
-Oggi senza di te, siamo nei guai -Non è stato certo una bella ricompenza, dopo tutto quello che hai fatto per noi. -Mia madre si è messa a piangere, io non, lo conoscevo, allora ho fatto l'indifferente, mentre mio padre si è seduto. Ma ora.. . -Smettetela di uccidere per voi e per noi.-Mafiosi smettetela con questa buffonata
-Il mio grande desiderio è una grande palestra -Avete sbagliato ad uccidere una persona così. Voi vi credete intelligenti.-La mafia è maleducazione...è troppa strada.... è nostalgia e il ragazzo per farsi notare escogita un piano. -Ma perchè esiste questa mafia ? -Vorrei che costruisserò un pò di palazzi per gli zingari
-Si chiamava Giovanni Falcone. -Voglio un bel campo di pallavolo e la pace. -Ti hanno guardato con un cannocchiale, e quando sei passato, loro ammaccavano un bottone. -Mi dispiace pure per tua moglie.
-Mafia addio. -Lo Zen 1 è pulito, ma ci sono i ladri. -Vorrei che le persone non fossero più sgarbate.
( I Siciliani nuovi, 1995)